marocco

DAL MEDITERRANEO ALLA COSTA ATLANTICA

1-7 Maggio 2023

Ricordi di Viaggio

Ed ecco, siamo di nuovo in questa splendida Terra, con il ricordo  ancora vivo del viaggio precedente.

Tangeri ci accoglie con un cielo terso e splendente, viali alberati ed aiuole di un verde  stupefacenti.

Subito l’arrivo a Tabarak Allah, giardino e residenza private di Umberto Pasti è un po’ come una immersione in un mondo vegetale immaginario! Tutto sembra fatto dal caso, in realtà è stato costruito pianta per pianta, curato e seguito con la massima attenzione e con tanto amore: i vialetti sembrano tunnel di una foresta tropicale, dove le piante si abbracciano l’un l’altra, piccoli spazi con sedute e fontanili consentono di calarti nel sogno che più preferisci e che ti si confà…la scoperta di una piccola piscina del tutto inaspettata e la sensazione di felicità che si avverte, è solo la conferma del fatto che tutto è frutto della volontà e della fantasia creativa del suo ideatore. Il fatto poi che la realizzazione è stata fatta anche con l’intento di bonificare un territorio fino a quel momento usato come discarica, appaga anche la parte razionale.

In questo contesto è inserita l’abitazione di Umberto e del suo compagno Stephan: una spasmodica raccolta di oggetti quasi tutti recuperati in Natura, un luogo davvero magico, un Paradiso onirico per ciascun visitatore.

La visita al villaggio di Rohuna è la continuazione di questo sogno, con in più l’impegno di aiuto sociale molto evidente. I giardini nella realtà sono due: uno botanico dedicato sopratutto ai visitatori, l’altro un vero e proprio laboratorio per la cura e la salvaguardia delle speci autoctone, frequentato da scuole e da botanici. Entrambi sono una gran gioia per gli occhi e per lo spirito, e per noi la gioia di aver con la nostra visita, potuto aiutare l’opera di Umberto: la costruzione di una scuola per le giovanette del villaggio ed un miglioramento delle loro abitazioni e quindi alla loro vita.

La visita a Chefchaouen, la città blu è stato come calarsi nel magico mondo di Alì Babà: vicoli, mi verrebbe da dire carruggetti, con piante appesi alle finestre, portoni colorati di questo magnifico blu  che caratterizza tutta la città e che ricorda molto i turbanti e le vesti di certe tribù Berbere che abbiamo incontrato nel precedente viaggio, contribuiscono al senso di magia provato.

E poi i magnifici giardini delle residenze private che abbiamo avuto il privilegio di visitare ci riportano all’Occidente, così magnificamente integrati in questa città che rimane comunque molto araba, con una Medina ed una Casba  dove il passeggiare è assolutamente sicuro!

La tradizione del tè alla menta, così tipicamente marocchino ci ha accolti dovunque siamo andati: negli hotel come nel Giardino Botanico di Donabo Garden o in seguito nel lussureggiante Mandarine a Rabat o alla Delegazione Americana nel cuore della Medina!

La straordinaria coabitazione delle tre Religioni, l’esistenza, come dicevo di una Delegazione Americana, unica al di fuori degli States; la visita ad una delle numerose Sinagoghe che ancora esistono e funzionano, così come la presenza di Chiese Cristiane, suggeriscono davvero come potrebbe essere “facile” la vita anche in altri paesi arabi se la politica fosse un meno ottusa.

Abbiamo potuto godere di tutte queste culture: i loro usi i loro costumi e tradizioni, e per noi italiani anche di un pizzico di orgoglio alla scoperta di così tanti resti della Romanità oltre, naturalmente a quelli dei Fenici e di tutte le altre culture che ancora  prima avevano visitato questi luoghi!

Il ritorno, come tutti quelli che fanno seguito a viaggi così appaganti, è stato un po’ triste ma il ricordo di ciò che abbiamo visto, le persone che abbiamo incontrato e conosciuto saranno qualcosa che, personalmente mi porterò nel cuore.

Alfreda Rebizzo

1° giorno, lunedì 1° maggio - TANGERI

visita della residenza privata, la collezione d’arte e i giardini di Tebarek Allah di proprietà di Umberto Pasti e Stephan Janson.

Cena esclusiva presso la residenza privata Dar Chal di Monica Valmarana e suo marito Richard Conahay.

La grotta vegetale di Alì Babà.                       

Visitare il giardino del paesaggista Umberto Parsi a Tangeri é come entrare in  una grotta  vegetale di Alì Babà. Superato il portone con la scritta Tekareth  Allah si entra in un mondo verde incantato, punteggiato di fiori dai mille colori e foglie dalle forme più incredibili. Angoli nascosti rivelano vecchie panchine, tavolini un po’ delabre’. Minuscoli sentieri paiono tunnels verdi di una foresta tropicale. Percorrendoli pero’ non sei preda di apprensione, bensì di meraviglia. Una meraviglia che sorprende ancor di più sapendo che nasce da una pattumaia dove una volta buttavano vecchi elettrodomestici e rifiuti. Parsi acquisto’ quel terreno, lo ripulì e lo trasformò in uno dei giardini d’Africa con il maggior numero  di specie. Mentre cammini sotto alberi dai tronchi contorti e smisurati, ti sembra che questo luogo esista da secoli. Invece é un giardino di trent’anni in cui il suo creatore si é sbizzarrito come un Dio verde a creare un piccolo Eden in questa città bellissima, bianchissima e assolata, fra Mediterraneo e Oceano  Atlantico. La piscina incorniciata di Pietra pare quella di Cleopatra nell’Oasi di Siwa, solo molto più recondita e protetta dalla vegetazione. In mezzo a questo magico labirinto vegetale si trova la casa di Parsi. Questa sì una vera caverna di Alì Babà, un piccolo museo di reperti del Marocco del  Nord di ceramiche, tappeti, mobili, pezzi di colonne romane, ossa di balena. Un patrimonio incredibile di questa cultura che Parsi ha cercato di conservare e concentrare per i posteri. La casa è un tutt’uno con il giardino che la protegge, così come la casa protegge un pezzo di storia e cultura marocchina. Questo labirinto vegetale e’ un coacervo di specie diversissime che convivono, si abbracciano, si proteggono. Una splendida  metafora di quello che dovrebbe essere il nostro mondo, soprattutto quello affacciato sul Mediterraneo, che, invece, sembra sempre più diviso. Erika Pozzo

2° giorno, MARTEdì 2 maggio - CHEFCHAOUEN

visita A Chefchaouen, LA città blu.

Città gioiello che racchiude un'atmosfera rilassata e autentica e un ricco patrimonio culturale in cui si fondono influenze arabe e andaluse.

Chefchouen.

Da Tangeri verso Chefcheouen  si stende una campagna dolcissima, con basse colline e campi punteggiati da asinelli, capre e pecore. Villaggi bianchi con case cubiche e minareti alti con la base quadrata, cosí diversi da quelli turchi a matita. Tristi intervalli di cittadine moderne, frutto di un’architettura semiselvaggia, che purtroppo è arrivata anche qui. Passando loro accanto si prova nostalgia per la poesia dei villaggi vicini, più antichi, più umani, più veri. Cipressi, oleandri, ulivi, olivastri, fichi, palme, melograni,  eucalipti, agrumeti, fichi d’india, vigneti. La tipica vegetazione mediterranea e campi di orzo, grano e mais. Risalendo la strada compaiono le prime montagne del Rif e i primi boschi di conifere. Superate due ore fra grigi e ocra delle montagne e verdi variegati delle coltivazioni, dietro a un colle compare Chefcheouen, uno dei villaggi più caratteristici del Marocco. Centinaia di case, palazzi e vicoli dipinti di un indaco delicato, quasi lavanda, declinato in decine di nuances diverse, cangianti a seconda della luce. Intorno al paesino le mura merlate e al centro la kasbah. Un luogo  molto turistico, ma che mantiene anche i rumori, i colori e i personaggi di una comunità abitata  da autoctoni. Questo azzurro ti coglie di sorpresa, come se un pezzo di cielo precipitato fra queste montagne fosse colato verso valle.  Una lacrima di cielo sul Rif, che non si asciugherà mai. Erika Pozzo

3° giorno, MERCOLEdì 3 maggio - TANGERI

Visita guidata di tangeri. ecco cosa si è visto:

  • St Andrew’s Church, consacrata nel 1905, l'interno è concepito come una fusione di numerosi stili, in particolare moresco;

  • Cinéma Rif, un luogo storico culturale di Tangeri, inaugurato nel 1938, in Souk Barra

  • Medina e neonato Museo Dar Niaba, situato al crocevia del dialogo interreligioso e della tolleranza per la sua posizione geografica

  • Museo Beit Yehuda nella Sinagoga Assayag, e Cimitero ebraico

  • Tanger American Legation, l'unico monumento storico nazionale degli Stati Uniti situato in un paese straniero

  • residenza privata Gazebo con gli annessi giardini di proprietà di Veere Grenney. Il designer neozelandese, uno dei grandi interpreti dello stile inglese. Il suo giardino è inglese nell'ordine e nella chiarezza, esotico nel colore e nell'esuberanza. 

  • Donabo Gardens, visita privata in compagnia del botanico Pail Gérard Belvoir e a conclusione della visita, piacevole pausa con un tè in terrazza.

  • Cap Spartel, il capo della costa atlantica del Marocco settentrionale, situato 12 km ad ovest di Tangeri; uno dei due punti dello Stretto di Gibilterra

  • Riad Mokhtar.

Due perle verdi sulle colline di Tangeri.

Prendi un interior designer famoso, dagli in mano una vecchia residenza in degrado in cima a una collina che si affaccia sul Mediterraneo, con un enorme giardino da reinventare, lasciagli la libertà di esprimere il suo gusto e la  sua  creatività, dato che la casa sarà sua, e ti troverai con il gioiello della Residenza Gazebo di Tangeri di Veere Grenney. Il bianco e la luce pervadono questa casa accarezzata dal vento e inondata di sole. Anche la piccola e simpaticissima cagnetta che accoglie gli ospiti è bianca. Si respirano gusto e raffinatezza in ogni angolo. Ogni dettaglio è stato curato fino allo spasimo, dalle stoffe delle camere con i letti a baldacchino, ai bagni tappezzati di bellissimi azulejos, alle tavole apparecchiate con splendide tovaglie ricamate, addobbate con composizioni di fiori scelti in tinta con i ricami. Pochi oggetti impreziosiscono gli ambienti, ma si percepisce un’attenta ricerca dietro alla loro scelta. Forse il proprietario e’ attratto dai serpenti, perchè se ne trovano due di ferro battuto all’entrata e altri di vari materiali sparsi nella casa. Lo stile islamico dell’arredamento si esprime nelle stoffe e nelle luci, in enormi ciotole di terracotta dipinta di verde appese al muro del patio e nella fontana centrale dello stesso patio.  Dal terrazzo si apre una vista mozzafiato sul mare e, all’orizzonte, sulla costa spagnola, così vicina che pare raggiungibile con un balzo felino. La stessa cura dedicata alla  casa è stata riservata al meraviglioso giardino che digrada sul mare con terrazze sovrapposte fra melograni, agapanti, gelsomini, bouganville e decine di piante curatissime che regalano ombra al visitatore. Se l’obbiettivo dichiarato di Grenney con questa casa era di offrire al visitatore un esempio delle sue capacità di interior designer ( a showcase) può star certo di averlo raggiunto. Non meno interessanti, sebbene diversissimi, su un’altra collina di Tangeri, sono i Donabo Gardens. Un sogno  realizzato da Pail Belvoir, un ex artista del ferro, che 15 anni fa ha aiutato la bellissima compagna tangerina Malika Alaou a trasformare un sogno in realtà. Creare un giardino pubblico per la comunità e per avvicinare le persone alla conoscenza delle specie vegetali. Dopo avere disboscato un’area di 8000 metri quadri, insieme hanno fatto nascere un giardino botanico con ogni sorta di erba aromatica, un roseto, un angolo cinese, un giardino marocchino, un’area di formazione sull’impollinazione, un’aiuola dedicata a diversi  tipi di peperoncino e una a diversi tipi di hibiscus. E’ commovente la passione di questa coppia che ha saputo coronare un sogno e ora prova la gioia di condividerlo con i visitatori.  Una passione che ha sicuramente cementato l’unione di questa bella coppia e che ha regalato  alla comunità uno spazio per imparare, passeggiare e rigenerassi attraverso la natura. Viene solo da dire loro grazie nelle cento lingue diverse dei visitatori. Erika Pozzo

4° giorno, giovEdì 4 maggio - assilah e rohuna

Visita al centro storico di assilah. costruita dai fenici intorno al 1500 a.C., sulla punta nordoccidentale del Marocco, fu la casa di diversi conquistatori e pirati. Dall’aspetto di una città di un’isola greca del mar Egeo, Assilah è una splendida località dagli edifici bianchi.

I bastioni portoghesi del XIV secolo, le antiche porte, le stradine fiorite della Medina e i suoi edifici in stile islamico o andaluso, il palazzo del pascià Raissouni, il Palazzo della Cultura, un lungomare. Assilah è famosa, infatti, anche per le sue lunghe spiagge di sabbia fine dorata dove godersi delle passeggiate a cavallo o a dorso di cammello.

rohuna, Visita alla seconda proprietà di Umberto Pasti e Stephan Janson.

«Ho capito che dovevo costruire qui, prima una capanna e poi il mio giardino, per salvare le piante selvatiche che ho visto sparire dal nord del Marocco, un gigantesco cantiere di ruspe e hotel in costruzione. Un’Arca di Noè, per me e per i bambini di domani» (Umberto Pasti)

Asilah, blue door

Asilah e Rohuna.

Risaliamo da Tangeri su una superstrada che si inerpica fra colline monferrine. Asini ovunque,  con i loro bastini sulla groppa e l’aria affranta, una scacchiera di coltivazioni di mille nuance di giallo e verde. Asilah  accoglie il visitatore con una fortezza e antiche mura di cinta sotto le quali attendono rassegnati piccoli cavalli pronti a tirare improbabili carrozze di velluto rosa e porpora degne di un film di Walt Disney.  La cittadina- fortezza è nitidissima, dipinta di bianco con portoni splendidi di legno o ferro borchiato e finestre protette da mashrabeye  e inferriate. I vicoli strettissimi sono quasi deserti di mattino, mentre si staglia il portone verde di entrata del Palazzo dell’antico signore della città, il famoso e   famigerato Raysuni. Uno sguardo sul mare oltre le mura e poi via, verso Rohuna.  La strada passa attraverso un paesaggio puramente agricolo, con piccole fattorie intervallate dai campi. Siamo lontani mille miglia dal lusso, il traffico, la confusione e il glamour dei super alberghi di Tangeri. Siamo in un altro Paese, che segue i ritmi della campagna e del clima.  Banani, fichi d’india, margherite  ulivi, cisti, lentischi. Un paesaggio bucolico. Forni rotondi on mezzo agli orti. Arriviamo finalmente nella proprietà Rohuna di Umberto Pasti. Nel giardino euforbie, amariliis, yucche, mimose, orci, palme, aspidistre, jacarande, melograni, lecci, piante grasse di ogni tipo, cosi’ adatte alla crescente siccità che purtroppo e’ arrivata anche qui. Con l’associazione Friends of Rohuna Pasti raccoglie fondi per il villaggio e per migliorare la qualità di vita dei suoi abitanti . In questo le visite ai suoi giardini sono una fonte importante di raccolta dei fondi. La sua piccola casa di pietra affondata nel giardino e decorata con centinaia di oggetti rurali, e’ a meta’ fra una baita montana e una dimora di campagna. Il picnic a base di cous cous offerto sotto un graticcio di canne diventerà un ricordo speciale. Uno spettacolo mozzafiato della valle, del mare e di una baia sabbiosa raggiunta da un fiume che procede lento fra meandri si apre davanti agli occhi. Servono il pasto giovani marocchini Rohuna dal corpo scattante e dal viso intelligente, fieri del loro lavoro in questo luogo incantevole. Imparano il valore di un giardino e forse un giorno ne pianteranno uno attorno alle loro catapecchie di terra con il tetto di metallo, che le  trasforma in forni d’estate e in ghiacciaie d’inverno. Questo impressionante panorama  ti fagocita e capisci perchè il proprietario di questo giardino unico abbia scelto quale luogo magico della sua vita una panchina remota proprio qui, davanti a questo dipinto naturale, in un angolo nascosto, sotto un enorme albero. Erika Pozzo

5° giorno, VENERdì 5 maggio - TANGERI - RABAT

tangeri - Visita guidata nella kasbah. ecco cosa si è visto:

  • Espace d’exposition de la mémoire d’Ibn Batouta restituisce un posto di rilievo al celebre Ibn Battouta, grande viaggiatore, esploratore, diplomatico e uomo religioso, che conta al suo attivo quasi 25 anni di viaggi (tra il 1329 e il 1354), oltre 100.000 km percorsi e 38 paesi visitati;

  • Musée de la kasbah des cultures méditerranéennes: patrimonio essenziale, una parte importante della memoria collettiva mediterranea e una delle più antiche istituzioni culturali a testimonianza della ricchezza e della diversità del bacino del Mediterraneo;

  • Musée de la kasbah, espace d’art contemporain: eretto sull'ex carcere della Kasbah, situato nel complesso architettonico di Riad Sultane, è determinato a rafforzare l'attrattiva della medina e l'accessibilità dei cittadini alla scoperta dell'arte e della storia. 

Tangeri è un museo a cielo aperto. Nelle sue strade, i tesori testimoniano la sua lunga e radicata storia; ovunque i monumenti evocano le glorie del passato. Gli echi risuonano nei souk, così come l'uso degli strumenti degli artigiani.

TRASFERIMENTO A RABAT

Tangeri-Rabat.

La chiesa anglicana di Tangeri affonda in un giardino antico che dá ombra a decine di tombe di stranieri che nei secoli hanno vissuto qui. La comunita’ anglicana nei tempi l’ha costruita e ristrutturata e ne ha fatto un tempio di dialogo interreligioso. Cristiani, mussulmani ed ebrei la possono frequentare. Questo dialogo si riflette anche nell’architettura che combina una campana a un minareto, tavole ebraiche, simboli ortodossi , il bordo di un arco che riporta il Padre Nostro scritto in arabo. Si esce da questo luogo con la speranza che questo messaggio di pacifica convivenza possa uscire da queste mura e volando alto sul mondo lo pervada. La kasbah di Tangeri e’ piccola ma splendida, con un balcone che si affaccia sul mare, una splendida piazza assolata bordata da negozi e caffe’. Da uno di questi locali stretto e buio esce la dolce e inconfondibile armonia di un oud , seguita da quella di un flauto orientale. Affacciandosi all’entrata del minuscolo locale in stile beduino si scorge seduto su uno sgabello un anziano suonatore che si alterna ai due strumenti. “ Cosa vende?”, mi chiedono da fuori. “La sua musica “rispondo. Ai piedi della kasbah si stende la medina ( la città antica), ai suoi piedi si stende “ la ville nouvelle”, la Tangeri moderna. Tre città’ in una, come in una piramide, con la storia in cima, il presente in mezzo e il futuro alla base. Tra Tangeri e Rabat si apre la seconda zona più fertile del Marocco. Le coltivazioni sono molto estensive con distese di bananeti, sughereti, piantagioni di avocado e di girasoli e serre infinite che paiono laghi scintillanti. Ai bordi dell’autostrada aiuole di ginestre e oleandri. All’entrata di Rabat colpiscono l’immensità della proprietà del palazzo del re, un grattacielo sull’orizzonte emulo dello Shard di Londra -la tour Mohammed VI-, il grand theater a forma di serpente ideato da Zaha Adid. Ovunque bandiere rosse con la stella verde a cinque punte, aiuole e rotonde all’inglese curate come prati privati, parchi e verde ovunque. Chi direbbe che siamo in Marocco? Parrebbe piuttosto di trovarsi nei sobborghi di Londra. Erika Pozzo

6° giorno, SABATO 6 maggio - RABAT

Visita guidata di RABAT. ecco cosa si è visto:

  • giardino dell’hotel Villa Mandarine, immerso nel cuore di un aranceto. In questo luogo, l’amore per i fiori si esprime ovunque, indipendentemente dalla direzione dello sguardo, perché in un disordine voluto e sapientemente mantenuto, essi ricoprono tutte le superfici che circondano gli edifici e spesso debordano ai piedi degli aranci.

  • Kasbah des Oudayas e del giardino. La Kasbah degli Oudayas è una città nella città, un po' appartata rispetto a Rabat. Costruita come semplice forte nel XII secolo, ha dato il nome alla città. Il ribat è infatti un convento fortificato ed è qui che si stabilirono i monaci-soldati che fecero la guerra santa in Spagna contro i cristiani. Il ribat divenne “Ribat El Fath“, Ribat della vittoria… Rabat. la città non adottò definitivamente il nome di Rabat abbandonando quello di Salé le neuf fino al 1818, ma la culla di Rabat è qui.

  • Jardins d’essai, creati nel 1914 su una superficie complessiva di 17 ettari. Questo giardino botanico ospita gran parte della biodiversità del nostro pianeta, rivelando l'infinita ricchezza del mondo vegetale. È un luogo di scoperta che conta in totale più di 650 specie ornamentali e da frutto di varia origine: locale, tropicale, subtropicale e desertica. Il solo arboreto racchiude una grande diversità genetica composta da 27 famiglie suddivise in 44 specie. L’orto botanico è un dominio sperimentale dell'INRA e si occupa di conservazione, ricerca ed educazione ambientale. Il giardino ospita un programma di ricerca scientifica sullo sfruttamento delle piante di origine esotica e anche una casa moresca dall'architettura arabo-andalusa con il suo museo permanente che mette in luce il tema dell'acqua e della luce.

  • Museo d’arte moderna e contemporanea Mohammed VI inaugurato nel 2014. È uno dei quattordici musei della Fondazione Nazionale dei Musei del Marocco e cura l'arte moderna e contemporanea marocchina e internazionale.

  • Museo Archeologico inaugurato nel 1932, contiene la più vasta collezione di reperti archeologici rinvenuti nel paese.

Rabat.

Villa Mandarine, oggi boutique hotel, un tempo residenza privata con oltre un ettaro di giardino. Agapanti, campanule, nasturzi, papiri, gigli, ibischi di tutti i colori, gelsomini, buganville che sono ormai alberi, caprifogli, crisantemi,fresie, sterlizie, papaveri, dicentre, dalie, fucsie,gerani, ortensie,oleandri, petunie, rose, begonie, palme, agrumi, dature. Un catalogo di oltre cinquanta pagine descrive tutte le piante, i fiori e gli arbusti di questo giardino. I fiori sono sapientemente mischiati per creare aiuole e siepi multicolori raffinatissime. Un elefante blu e un ippopotamo rosso ornano un’aiuola e la piscina, con l’acqua riscaldata a 25 gradi. Il giardino botanico di Rabat e’ stato invece aperto al pubblico dal 2013. Vi si accede da un vialone centrale di ficus e palme, intervallato da fontane abitate da ninfee, bordato da panchine e lampioni liberty, e ornato al centro con aiuole di petunie viola e porpora. Su di un lato un settore di piante grasse e uno splendido boschetto di melograni. Un’oasi di pace in mezzo alla capitale. Alla kasbah di Rabat si accede dopo avere superato un immenso cimitero che ricorda quello accanto all’orto del Getsemani a Gerusalemme. Dalle mura color ocra, ristrutturate abbastanza di recente, si aprono varie porte che come bocche fagocitano i passanti che entrano. La piazza della kasbah e’ bellissima. Si affaccia sul mare : a sinistra il faro, a destra il fiume che la divide da Saleh, un’altra citta’ cinta da mura. Davanti l’orizzonte infinito. Sotto alle mura si apre una spiaggia affollatissima di bagnanti e surfisti , essendo oggi giorno di vacanza. Le donne entrano in acqua completamente vestite mentre uomini e bambini si possono permettere il costume da bagno. Riposarsi sotto gli alberi del bellissimo giardino andaluso riconcilia con il mondo. La veloce visita al Palazzo reale e alla moschea del re ci mostra una dimora enorme, dipinta di giallo e con i tetti di coppi verdi. Ospita un re ancora giovane, molto amato, moderno, ma anche malato. Lo si immagina in questo gigantesco palazzo, guardato a vista da uomini dalle divise colorate , con mille agi e inservienti, ma in fondo solo a lottare con la sua malattia, come il piu’ umile dei suoi sudditi. La porta di entrata al palazzo reale riporta sull’ arco ogivale la frase : “Entro ed esco con la tua protezione”. Il Mausoleo eretto per ospitare le spoglie del re Mohammed V e la vicina torre Haddan, un minareto fatto costruire per ordine del sultano Yacoub el Mansour nel 1200, concludono la visita di Rabat. Sotto un sole cocente due poveri cavalli con relativi cavalieri presidiano immobili l’entrata. File di colonne dell’antica moschea ormai monche e basse si incrociano sulla spianata. Vi si siedono ragazzini come piccoli uccelli appollaiati. In un luogo cosi’ sacro bambine schettinano, coppie si fotografano, giovani si fanno selfies, ragazzini giocano a pallone con una bottiglia di plastica vuota. E’ un contrasto tipico nelle moschee, che ospitano gente che mangia, dorme e prega, accolta sempre e comunque. Tutte le donne adulte sono velate e vestite con jallabe coloratissime , mentre una mesta vedova incede lenta, completamente vestita di bianco, scarpe e calze comprese, tenuta per mano da un figlio adulto. Piccioni presidiano i capitelli piu’ alti, e hanno i nidi nei buchi delle mura di cinta , fatti apposta per ventilarle. Sono le cinque meno cinque: da una lunga auto nera scendono cinque imams completamente vestiti di bianco e incedono solenni verso la moschea dove guideranno la preghiera al riparo dagli sguardi indiscreti dei turisti. Erika Pozzo  

7° giorno, DOMENICA 7 maggio - CASABLANCA-ITALIA

partenza per Casablanca, Arrivo in aeroporto e partenza per l’Italia.

Desidero ringraziare l’ottima organizzazione per le bellissime giornate che abbiamo trascorso, mi restano bellissimi ricordi: i giardini, le città, la luce incredibile e la graditissima compagnia che con il vostro vero amore per la natura mi hanno arricchito tanto e resto con il desiderio di non perdere futuri viaggi. Magdalena Avella

Il viaggio UGAI in Marocco è stato bellissimo e pieno di emozioni. Paesaggi stupendi, giardini dell’anima, la consapevolezza di voler aiutare a crescere persone a contatto con la bellezza di specie botaniche in pericolo di estinzione, Umberto Pasti coi suoi libri e le sue case immerse in una vegetazione lussureggiante e con l’amore per il territorio africano, l’oceano coi suoi colori e i suoi rumori, i villaggi colorati…ricordi tesori per lo spirito. Piera Valeggia


Un grande ringraziamento al team di Promotuscia: Maria, Ivana e Letizia che come sempre hanno fornito un’organizzazione invidiabile non solo per la scelta dei luoghi e l’articolazione del viaggio, ma anche e sopratutto per la sua perfetta esecuzione, confermando, se mai ce ne fosse bisogno, una professionalità impeccabile. Grazie ancora e alla prossima!

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